Attraverso questo form è possibile segnalare abusi e/o maltrattamenti a danno dei minori.

    La segnalazione può essere effettuata anche in maniera anonima. In ogni caso, le segnalazioni saranno tempestivamente verificate e inoltrate agli organi territoriali di competenza giuridica che procederanno con le opportune indagini.

    Qualora tu decida di fornirci i tuoi dati identificativi e un tuo recapito, il C.A.M. Telefono Azzurro potrebbe contattarti per richiedere ulteriori informazioni sulla tua segnalazione.

    Leggi la nostra Informativa sulla Privacy.

    Gli Incontri Protetti in tempo di COVID

    Tra febbraio e marzo dello scorso anno, in Italia come nel mondo intero, è avvenuta una trasformazione, graduale, ma alla fine molto incisiva, della vita individuale, familiare e collettiva così come da tutti conosciuta e praticata.

    Un evento inedito e imprevedibile come questo virus, da endemico subito divenuto pandemico, ha costretto le autorità sanitarie, e quindi anche amministrative e politiche, a prescrivere infinite limitazioni alle nostre abitudini di vita ed alle nostre libertà personali. A livello istituzionale e a livello familiare, si è stati tutti costretti a individuare nuove modalità lavorative, comportamentali, di interazione sociale completamente diverse dall’usuale e a far ricorso a supporti elettronici e virtuali che ignoravamo o che poco usavamo.

    Nel campo d’azione complessivo del lavoro sociale, ed in particolare in quello dei servizi alla persona, tutto ciò ha comportato un vero e proprio stravolgimento delle  attività basate soprattutto sulla vicinanza e sulla fiducia, sugli incontri e sull’empatia, sulla continuità e sulla tempestività.

    Come sempre accade in frangenti di questo tipo, le persone più fragili e più sensibili, come i minori e gli adolescenti, sono quelle che risentono di più delle negative conseguenze  a livello psico-fisico delle necessarie regole di distanziamento sociale, di isolamento relazionale, di prudenza sanitaria per limitare i rischi di contagio. Non da meno, il rispetto  rigoroso  dell’uso abituale di  alcune regole di sicurezza come indossare la mascherina, praticare un’igiene frequente delle mani e del corpo, provvedere a una sanificazione continua di ambienti e oggetti prima di  toccare imprudentemente cose e persone, rappresentano per il minore ulteriori motivi di sacrificio e  sofferenza. 

     La pandemia ha reso difficile la vita quotidiana di tutte le famiglie che vivono situazioni traumatiche come: la scomparsa di persone care a causa del virus;  la perdita  del lavoro con il conseguente disagio economico; il sorgere o l’acuirsi  di  gravi conflitti coniugali a seguito della forzata restrizione in casa; separazioni conflittuali ancora non risolte a causa di forti disaccordi tra i genitori sull’assegnazione di figli minori e sulle loro reciproche assunzioni di responsabilità.

     Quando questi nuclei familiari di cui sopra si rivolgono ai servizi sociali territoriali questi attivano degli interventi a sostegno delle varie situazioni di disagio, sia economico che sociale e psicologico anche con il supporto di altre istituzioni o di organismi del terzo settore.

    Pure questa modalità di lavoro ha subito, in tale periodo pandemico, molti cambiamenti sia nel contatto personale, sia nelle procedure di accesso ai servizi che nella realizzazione degli stessi interventi. Quelli più praticati per queste tipologie di famiglie sono: il sostegno alla genitorialità;  la mediazione familiare;  l’utilizzo di uno spazio neutro all’interno del quale realizzare l’audizione protetta del minore e gli incontri protetti tra minore/i e genitori o figure parentali non più conviventi nello stesso nucleo familiare. 

    E’ proprio in questo ultimo campo di azione che si sono riscontrate le maggiori difficoltà perché le norme di contenimento del contagio sono in netto contrasto con le caratteristiche operative di questo particolare servizio.

     Molti servizi sociali hanno constatato l’impossibilità di attivare incontri protetti in spazio neutro accogliendo la preoccupazione dei genitori  rispetto agli spostamenti dei minori  perché  li porrebbero in una situazione di poca tutela; pertanto si è preferito organizzare gli incontri protetti attraverso  videochiamate con Skype o Whatsapp.  

    Altri Servizi Sociali hanno proceduto con l’affidamento dell’organizzazione degli incontri ad altre realtà del territorio che meglio potevano garantire il rispetto delle regole sanitarie di sicurezza.        

    La nostra associazione C.A.M. Telefono Azzurro sede di Salerno, ha da anni allestito al suo interno uno spazio mirato alla salvaguardia della relazione affettiva attraverso la facilitazione ed il riavvicinamento relazionale ed emotivo tra genitori e figli che hanno subito un’interruzione di rapporto causato da dinamiche gravemente conflittuali interne al nucleo familiare. Questo spazio si caratterizza come neutro nel senso di non appartenere a nessuno dei protagonisti della vicenda familiare, spesso in conflitto tra di loro, ma in grado di divenire gradualmente uno spazio comune. La neutralità è inoltre garantita dalla presenza di un nostro operatore che ha il compito di tutela del minore e di osservazione delle dinamiche relazionali fra le parti. Questo spazio, allestito con arredi e giochi è reso idoneo al fine di far trascorrere momenti sereni in un ambiente non istituzionale a minori già provati dal dramma della separazione dei propri genitori e dalla perdita della presenza in casa di una o entrambe le figure parentali di riferimento, specie se tale  allontanamento dalla famiglia non è stato volontario ma attuato dopo un provvedimento delle autorità giudiziarie. 

    In questo periodo pandemico si è potuto verificare quanto tutte le norme restrittive sanitarie hanno reso più difficile la gestione dell’utenza in carico in quanto si è dovuto procedere rispettando un protocollo di accesso alla struttura, così come previsto dalle indicazioni sanitarie per la totale sicurezza innanzitutto con la sanificazione dei locali poi attraverso la misurazione della temperatura agli operatori, minori e figure genitoriali coinvolte, e all’obbligatorietà del mantenimento della mascherina durante tutto il periodo dell’incontro. 

    E’ stato facile osservare che in questo contesto  la relazione fra le parti subisce necessariamente variazioni di comportamento che vanno ad incidere prevalentemente sulla parte empatica del rapporto affettivo.

    Vengono meno  baci, abbracci i sorrisi sono mascherati lasciando il posto al solo ascolto dei bisogni dell’altro attraverso giochi, disegni e racconti. Tutta la relazione sembra ovattata.

     La presenza dell’operatore, per quanto discreta, finisce per sembrare più un elemento controllore delle regole di distanziamento che una figura sociale a protezione e facilitazione del rapporto figlio-genitore.

    Nonostante quanto osservato, gli incontri in presenza risultano sempre più positivi a fronte di quelli a distanza, su Skype o in Videochiamata attraverso Whatsapp  perché, in tal modo, viene maggiormente salvaguardato il delicato equilibrio psichico e affettivo dei minori, vittime scontate dei conflitti genitoriali e viene meglio facilitato o ripristinato il riavvicinamento relazionale ed emotivo tra figli e genitori.  

    Dott.ssa Carla Dente

    Assistente Sociale

    Responsabile Incontri Protetti C.A.M. Telefono Azzurro

    camtelefonoazzurrosalerno

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